Indice
- Impronta ecologica: introduzione
- Cos’è l’impronta ecologica?
- Come si calcola l’impronta ecologica
- Impronta ecologica e carbon footprint: cosa le differenzia
- La biocapacità del pianeta e il debito ecologico
- Impronta ecologica e cambiamento climatico
- Come ridurre l’impronta ecologica
- Impronta ecologica e sviluppo sostenibile
- Impronta ecologica: conclusioni
Impronta Ecologica: introduzione
L’impronta ecologica (Ecological Footprint) è un indicatore legato alla sostenibilità sviluppato nella metà degli anni 90. Esso fornisce una misura su quanto le risorse naturali e gli ecosistemi della terra vengono sollecitati.
Un’altra definizione la si ritrova nella norma SRG 88088 che la definisce come la:
“risultante del calcolo del consumo delle risorse naturali disponibili sul pianeta per le azioni dell’uomo”
Sviluppato da Mathis Wackernagel e William Rees, l’impronta ecologica rappresenta uno dei concetti chiave in merito all’impatto ambientale dell’uomo sulla terra.
La sostenibilità è uno dei temi al centro del dibattito globale che coinvolge sempre più soggetti, incluse organizzazioni, governi, società e persone: comprendere e considerare l’impronta ecologica diventa fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane e promuovere uno sviluppo sostenibile.
Il tema della sostenibilità aziendale, del calcolo delle emissioni di gas serra e della compliance alle Normative Europee (come la norma sul greenwashing, la CSRD e la CSDDD) è sempre più intrecciato con la crescita e la continuità aziendale. La sostenibilità sta assumendo il ruolo di pre-requisito indispensabile per la stabilità ed il sostentamento del business di imprese ed organizzazioni di ogni dimensione e settore.
Per questo è sempre più importante informarsi sui concetti di sostenibilità (ESG), sulle nuove direttive EU e sul loro recepimento negli stati membri, sugli standard di rendicontazione ESRS, sugli obiettivi di sviluppo sostenibile SDG’s e sulle modalità per rendicontare l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente.
Ecco perché in questo articolo parleremo dell’impronta ecologica, descrivendone le caratteristiche, l’importanza per le aziende e cosa la differenzia da altri indicatori di sostenibilità, come la carbon footprint.
Cos’è l’impronta ecologica?
L’impronta ecologica è un indicatore che quantifica il fabbisogno di risorse naturali da parte dell’uomo rispetto alle risorse realmente disponibili sulla terra. Questo calcolo include diversi elementi, come la quantità di suolo, terra e acqua impiegata nella produzione di cibi, il legname e le altre fonti energetiche consumate all’interno dei processi industriali, da cui poter evidenziare le risorse consumate e le emissioni generate dalle attività umane.
In altre parole, l’impronta ecologica misura l’impatto che una persona o una specifica comunità (organizzazione) ha sul pianeta, esprimendo il risultato in termini di ettari globali (gha). I fattori considerati nel calcolo possono variare in base alla categoria oggetto del calcolo stesso, come singoli individui, famiglie, comunità, aziende o stati.
L’obiettivo principale di questo indicatore è quello di fornire alle organizzazioni e alle persone uno strumento con cui comprendere l’impatto ambientale delle proprie attività e della comunità in cui vivono, spingendoli ad adottare delle soluzioni per ridurre questo impatto e mitigarne gli effetti avversi.
Come si calcola l’impronta ecologica
Il calcolo dell’impronta ecologica è un processo complesso, specialmente quando il contesto di riferimento è una comunità, una regione o uno stato. Il processo di calcolo richiede, inoltre, la valutazione di diversi elementi, come le risorse consumate, l’energia, il cibo, la produzione di rifiuti e molto altro, che non sempre sono facilmente identificabili e soprattutto quantificabili. Molto spesso, infatti, la misurazione delle risorse consumate rappresenta l’elemento ostativo principale, obbligando le organizzazioni all’adozione di dati di stima e proxy di settore per avere una prima valutazione in merito alla propria impronta ecologica.
Le fasi per il calcolo possono variare, ma in generale possiamo identificare quattro step.
1. Identificare le categorie di consumo
Il primo passo è quello di identificare le categorie di consumo che verranno considerate nel calcolo dell’impronta ecologica. Alcuni esempi sono il cibo, l’energia, la mobilità, le strutture e gli edifici disponibili, nonché il consumo di beni (materie prime, beni di consumo, acqua, rifiuti prodotti ecc.).
2. Raccolta dati
A questo punto è necessario raccogliere dati relativi alle categorie che sono state identificate, in modo da avere a disposizione ciò di cui abbiamo bisogno per effettuare un calcolo preciso e veritiero.
3. Conversione dei dati
Per poter effettuare il calcolo è necessario che i dati raccolti abbiano un’unità di misura comune. Bisognerà perciò convertire le misure raccolte, che potrebbero essere espresse ad esempio in litri o Kg, in ettari globali (gha).
4. Somma dei dati
A questo punto è possibile sommare i dati convertiti per ottenere l’impronta ecologica totale, che rappresenterà la richiesta di risorse da parte di una persona o di una comunità o organizzazione.
Impronta ecologica e carbon footprint: cosa le differenzia
Impronta ecologica e impronta di carbonio sono due termini che spesso vengono sovrapposti, ma che in realtà rappresentano due misure diverse.
Come abbiamo già descritto nei paragrafi precedenti, l’impronta ecologica rappresenta la quantità di risorse naturali necessaria per soddisfare il fabbisogno e lo stile di vita dell’uomo o di un contesto specifico, in cui il risultato viene espresso in ettari globali (gha). La misura rappresenta, infatti, la superficie necessaria per produrre le risorse che vengono utilizzate e per assorbire le emissioni prodotte.
L’impronta di carbonio, o carbon footprint, si concentra invece sulle emissioni di CO2 e di altri gas serra derivanti da attività industriali ed umane in generale. Rappresenta, infatti, la quantità di gas serra emessi nell’ambiente da una comunità o da un’azienda, dove il risultato viene espresso in tCO2e (tonnellate di CO2 equivalente).
Possiamo perciò affermare che l’impronta ecologica offra una panoramica più ampia in merito agli impatti ambientali delle attività dell’uomo, poiché tiene conto di diversi fattori nel calcolo e valuta quindi diverse categorie di impatto. La carbon footprint, invece, si focalizza unicamente su una categoria di impatto, ovvero il cambiamento climatico e riscaldamento globale.
La biocapacità del pianeta e il debito ecologico
Come avrete già compreso leggendo questo articolo, l’impronta ecologica non è un valore da valutare in modo isolato, ma in relazione alla biocapacità della terra, ovvero alla sua capacità di rigenerare le risorse naturali che vengono consumate e di assorbire i rifiuti che vengono prodotti, in particolare le emissioni di CO2.
Quando l’impronta ecologica supera la biocapacità del territorio preso in analisi, si parla di debito ecologico. Al giorno d’oggi, la popolazione mondiale consuma risorse ad un ritmo che supera notevolmente la capacità del pianeta di rigenerare tali risorse.
Questo fenomeno, noto come overshoot ecologico, porta a conseguenze come la deforestazione, la perdita della biodiversità, il cambiamento climatico e la degradazione degli ecosistemi. In particolare, si stima che per rinnovare le risorse che vengono consumate, l’umanità avrebbe bisogno di 1,7 terre.
Impronta ecologica e cambiamento climatico
Uno degli aspetti critici legati al calcolo dell’impronta ecologica è il suo legame con i cambiamenti climatici. Le attività dell’uomo, l’utilizzo intensivo di combustibili fossili, la deforestazione e l’agricoltura intensiva portano ad un aumento delle emissioni di gas serra, contribuendo al riscaldamento globale.
I cambiamenti climatici sono uno dei maggiori problemi ambientali e possono causare conseguenze disastrose e ridurre l’impronta ecologica è un passo fondamentale per mitigarli. L’utilizzo di energie rinnovabili, l’agricoltura sostenibile, un utilizzo efficiente delle risorse e la promozione della mobilità sostenibile sono alcune delle iniziative che possono essere messe in atto per risolvere queste problematiche.
Come ridurre l’impronta ecologica
La riduzione dell’impronta ecologica può essere raggiunta attraverso diverse azioni, sia nelle abitudini quotidiane dei singoli sia attraverso l’adozione di pratiche sostenibili da parte di imprese e organizzazioni.
Ecco alcuni esempi di come è possibile ridurre l’impronta ecologica:
- Energia verde: utilizzare fonti di energia rinnovabile, come il solare o l’eolico, migliorare l’efficienza energetica domestica e l’isolamento termico, utilizzare elettrodomestici a basso consumo.
- Mobilità sostenibile: utilizzare trasporti pubblici, la bicicletta, o camminare, soprattutto nei tragitti brevi. Optare per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi.
- Riduzione dei rifiuti: ridurre, riutilizzare e riciclare sono principi fondamentali. Evitare l’utilizzo di prodotti monouso e preferire imballaggi riciclabili o biodegradabili.
- Consumo responsabile: scegliere prodotti di qualità e di lunga durata, preferibilmente realizzati con materiali sostenibili e provenienti da filiere etiche.
- Compensazione dell’impronta: oltre a ridurre le proprie emissioni è anche possibile compensare parte della propria impronta ecologica investendo in progetti di riforestazione, energie rinnovabili o conservazione degli ecosistemi.
Impronta ecologica e sviluppo sostenibile
Ridurre l’impronta ecologica è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti all’interno dell’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite. Questi SDGs (Sustainable Development Goals), si concentrano su diversi temi, come la protezione del pianeta, porre fine alla libertà e garantire prosperità per tutti entro il 2030.
Perché questo avvenga è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori, come governi, aziende, cittadini e organizzazioni. Le ultime normative che sono state approvate dall’UE e sono in fase di recepimento in Italia, come la CSRD e la CSDDD, vanno in questa direzione, favorendo le operazioni di rendicontazione delle performance sostenibili e rafforzando la relazione tra lo sviluppo delle imprese, la loro crescita economica, e la sostenibilità delle stesse.
Impronta ecologica: conclusioni
L’impronta ecologica è un indicatore che ci permette di comprendere l’impatto delle nostre scelte quotidiane e delle attività di aziende e comunità sul pianeta. Ridurre l’impronta ecologica consente di salvaguardare l’ambiente e di promuovere uno stile di vita più sano e sostenibile.
Questo percorso richiede un impegno sia collettivo che individuale, coinvolgendo diversi soggetti. Attraverso azioni consapevoli e adottando tecnologie innovative sarà possibile ridurre le nostre emissioni e garantire un futuro sostenibile.
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