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Bilancio Sociale: cos'è e come redigerlo

Negli ultimi decenni, la crescente attenzione verso la Corporate Social Responsibility CSR ha portato allo sviluppo di strumenti volti a rendere trasparenti le attività aziendali, non solo in termini economici, ma anche sociali ed ambientali, come la misurazione della Carbon Footprint, il Bilancio di Sostenibilità, la certificazione SRG 88088 e il Bilancio Sociale.

Tra questi strumenti, il Bilancio Sociale si pone come un documento di rendicontazione non finanziaria utile ad illustrare l’impatto delle attività aziendali sul contesto sociale.

In questo articolo, descriveremo il Bilancio Sociale, evidenziandone l’utilità per le imprese, le modalità di redazione e gli obblighi legali che alcune aziende devono rispettare.


Cos'è il Bilancio Sociale

Il Bilancio Sociale è un documento redatto dalle organizzazioni, sia pubbliche che private, per rendicontare le proprie performance e il proprio impatto in ambito sociale.

Non si limita al solo impatto sulle comunità interessate, ma mira ad offrire una visione più completa dell’attività svolta, considerando il valore creato per i vari portatori di interesse (stakeholder) come dipendenti, clienti, fornitori e più in generale la società.

L’obiettivo principale del Bilancio Sociale è dare trasparenza alle scelte e alle azioni intraprese dalle aziende, soprattutto le aziende di interesse pubblico o le cooperative sociali, evidenziando il loro contributo allo sviluppo sostenibile e alla creazione di valore condiviso.

Il Bilancio Sociale è uno strumento di rendicontazione parziale: rendiconta solo la sezione “Social” dell’acronimo ESG (Environmental, Social e Governance), rappresentativo delle tre sfere della sostenibilità. Per questo motivo, nell’ambito della sostenibilità aziendale, si ricorre più frequentemente al Bilancio di Sostenibilità, un documento di rendicontazione più completo, sebbene il Bilancio Sociale rimanga ancora obbligatorio per le cooperative sociali.


Chi ha inventato il bilancio sociale

L’origine del Bilancio Sociale risale agli anni '60, nel contesto del crescente movimento per la responsabilità sociale d’impresa (CSR o Corporate Social Responsibility).

La diffusione del Bilancio sociale negli anni ’70 e ’80 può essere ricondotta al lavoro di accademici, economisti e leader del settore imprenditoriale che hanno iniziato a considerare l'impresa non solo come un'entità volta alla generazione di profitti, ma anche come un soggetto responsabile del benessere della società.

Uno dei pionieri di questo concetto è l'economista americano Howard Bowen, che nel suo libro "Social Responsibilities of the Businessman" (1953) ha discusso per la prima volta in maniera sistematica delle responsabilità sociali degli imprenditori.

Bowen è considerato uno dei fondatori della moderna CSR e il suo lavoro ha gettato le basi per la nascita del Bilancio Sociale:


“Corporations not only produce “good and services” but also “workplace conditions,” and highlights the economic rationality of investing in social responsibility to enhance the well-being of employees. […] CSR can help business reach the goals of social justice and economic prosperity by creating welfare for a broad range of social groups, beyond the corporations and their shareholders.”


“Le aziende non producono solo “beni e servizi”, ma anche “condizioni sul posto di lavoro” e sottolinea la razionalità economica di investire nella responsabilità sociale per migliorare il benessere dei dipendenti. […] La CSR può aiutare le imprese a raggiungere gli obiettivi di giustizia sociale e prosperità economica creando benessere per un’ampia gamma di gruppi sociali, al di là delle aziende e dei loro azionisti”.


Nel corso degli anni, soprattutto in Europa, il concetto di Bilancio Sociale si è evoluto ed istituzioni come la Global Reporting Initiative (GRI) e l’Unione Europea con gli standard ESRS hanno creato linee guida per la rendicontazione sociale, ambientale e di governance ESG.


A cosa serve il bilancio sociale

Il Bilancio Sociale è stato creato con lo scopo mirato di rendicontare le performance sociali di un’organizzazione. Permette di comunicare come l’impresa impatta sui propri stakeholders (clienti, fornitori, investitori), sulle autorità pubbliche, sulle comunità interessate e sulla società civile.


Quali aziende sono obbligate a redigere il bilancio sociale

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha sviluppato la Legge 106/2016 con l’obiettivo di fornire una definizione chiara e unitaria di Terzo Settore, includendo tutte le organizzazioni senza scopo di lucro, tra cui le associazioni, le fondazioni e le imprese sociali, con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. La normativa stabilisce l’obbligo, a partire dal 2021, di redigere, pubblicare e mettere a disposizione degli stakeholder il bilancio sociale per tutte le “libere iniziative di cittadini che si associano per contribuire insieme al bene comune.”

Per supportare la redazione di un Bilancio Sociale lo stesso Ministero ha adottato le “Linee Guida per la redazione del Bilancio Sociale degli enti del Terzo Settore” nel 2019, con lo scopo di definire le modalità di redazione e i contenuti del bilancio.

Il Bilancio Sociale è diventato quindi obbligatorio per:

  • Le società benefit: Queste organizzazioni hanno come obiettivo statutario il perseguimento di finalità di beneficio comune, oltre al profitto, e sono tenute a redigere un Bilancio Sociale annuale.
  • Le imprese di interesse pubblico: Alcune categorie di imprese, come le banche, le assicurazioni e le società quotate in borsa, sono tenute a pubblicare report di sostenibilità, che spesso coincidono con il Bilancio Sociale.
  • Le cooperative sociali: In base al Decreto Legislativo 112/2017, le cooperative sociali e alcune organizzazioni no-profit sono obbligate a redigere un bilancio di impatto sociale.

L’obbligo di redigere una relazione di sostenibilità e di impatto sociale, come il Bilancio di Sostenibilità, sta interessando sempre maggiore di organizzazioni a livello europeo grazie alla direttiva CSRD, che richiede alle grandi imprese di pubblicare informazioni su questioni sociali e ambientali secondo gli standard ESRS.


I vantaggi di un bilancio sociale e perché redigerlo

Redigere un bilancio sociale secondo le linee guida italiane ha svariati vantaggi per le imprese:

  • Trasparenza: il Bilancio Sociale fornisce una panoramica chiara e completa sulle azioni intraprese dall’azienda in ambito sociale e aiuta a creare un rapporto di fiducia con gli stakeholder e con il pubblico.
  • Miglioramento interno: il Bilancio Sociale permette di analizzare e rendicontare le attività aziendali, portando spesso ad un miglioramento della governance interna e alla creazione di politiche più responsabili.
  • Comunicazione: il Bilancio Sociale è un potente strumento di comunicazione esterna e consente alle imprese di condividere i loro valori e il loro impegno verso la sostenibilità con il pubblico, i clienti, gli investitori e altri stakeholder.
  • Vantaggio competitivo: in un mercato in cui i consumatori e gli investitori sono sempre più attenti alle questioni sociali, un Bilancio Sociale può rappresentare un vantaggio competitivo, migliorando la reputazione e l'immagine dell'azienda.
  • Gestione del rischio: la redazione di un Bilancio Sociale aiuta ad identificare e mitigare i rischi legati alle questioni sociali, favorendo la stabilità a lungo termine dell’impresa.

Cosa contiene il bilancio sociale?

Secondo le linee guida “Linee Guida per la redazione della Rendicontazione Sociale degli enti del Terzo Settore” il Bilancio Sociale deve contenere 8 sezioni:

  1. Metodologia: la prima sezione riguarda la metodologia adottata per la redazione del Bilancio Sociale, gli standard di rendicontazione utilizzati e gli eventuali cambiamenti di metodologia o metodi di misura rispetto alle rendicontazioni precedenti;
  2. Informazioni generali: in questa sezione dovranno essere inserite le informazioni generali sull’ente, come nome, codice fiscale, partita IVA, forma giuridica, sede legale ed altre sedi, aree di operatività, valori e finalità perseguite, attività statuarie e altre attività secondarie, collegamenti con altri enti del Terzo settore.
  3. Struttura, governo e amministrazione: in questa sezione devono essere inserite le informazioni relative agli organi amministrativi e di governo dell’ente come la composizione della base sociale, il sistema di governo e controllo (includendo l’articolazione, la responsabilità e la composizione degli organi), la mappatura dei principali stakeholder e le modalità del loro coinvolgimento, comprese le modalità di coinvolgimento dei lavoratori, di utenti e altri soggetti direttamente collegate all’ente.
  4. Persone che operano per l’ente: nella sezione legata alle persone operanti per l’ente deve essere inserito tutto il personale che ha effettivamente operato per l’ente, con l’esclusione dei lavoratori distaccati presso altri enti. Inoltre, devono essere indicati i soggetti che operano sia in forma retribuita sia volontaria, includendo tutte le attività di formazione e valorizzazione realizzate. Devono poi essere inseriti i contratti di lavoro, la natura delle attività svolte dai volontari, la struttura di compensi, indennità e rimborsi ai volontari e le modalità di regolamentazione di questi.
  5. Obiettivi e attività: in questa sezione devono essere inserite le informazioni qualitative e quantitative sulle azioni svolte nelle diverse aree di attività, inclusi gli output generati e i beneficiari, sia diretti che indiretti. Le attività rendicontate devono essere confrontate con gli obiettivi dell’ente e deve essere esposto il livello di coerenza con le finalità dell’ente.
  6. Situazione economico-finanziaria: nel Bilancio Sociale deve essere inserito anche un panorama della situazione economica, nello specifico la provenienza delle risorse economiche, con suddivisione di contributi pubblici e privati. Devono poi essere inserite informazioni specifiche sulle attività di raccolta fondi e sulla destinazione dei fondi raccolti, compresi gli strumenti utilizzati per comunicare agli stakeholder queste informazioni. Anche le informazioni sulle segnalazioni di criticità emerse nella gestione economica-finanziaria e le azioni per mitigare gli effetti negativi devono essere inserite nel bilancio sociale.
  7. Altre informazioni: Devono essere fornite indicazioni su eventuali contenziosi rilevanti per la rendicontazione sociale, informazioni ambientali ove pertinenti, dettagli riguardanti parità di genere, rispetto dei diritti umani e pratiche anticorruzione, oltre a informazioni sulle riunioni degli organi responsabili della gestione e approvazione del Bilancio Sociale.
  8. Monitoraggio svolto dall’organo di controllo: in questa sezione devono essere incluse tutte le azioni effettuate dall’organo di controllo, che ha differenti compiti ed obblighi in base alla tipologia di impresa del Terzo Settore.

Questa struttura deve essere seguita da tutte le organizzazioni che scelgono di sviluppare un Bilancio Sociale, anche in forma volontaria. La normativa stabilisce che, per garantire chiarezza e trasparenza, ogni Bilancio Sociale redatto debba rispettare lo schema definito dalle linee guida.


Dove si deposita il bilancio sociale

Le aziende che sono obbligate a redigere il Bilancio Sociale devono depositarlo presso il Registro delle Imprese, secondo quanto previsto dalle normative vigenti.

Solitamente, il bilancio deve essere allegato alla documentazione di bilancio tradizionale e presentato agli organi di controllo competenti. Inoltre, molte aziende scelgono di pubblicare il Bilancio Sociale sui propri siti web aziendali, rendendolo così accessibile a tutti gli stakeholder.


Come redigere il bilancio sociale

La redazione di un Bilancio Sociale richiede un processo articolato e complesso che coinvolge diverse aree aziendali. I passaggi per la redazione del bilancio sociale possono essere riassunti come segue:

  1. Pianificazione: è necessario costituire un team dedicato alla redazione del Bilancio Sociale e definire un piano di lavoro, che includa scadenze, responsabilità e risorse necessarie. In questa fase dovranno essere identificati tutti i fornitori ed eventuali consulenti esterni.
  2. Identificazione degli stakeholder: è fondamentale identificare i principali stakeholder con cui l’azienda interagisce, come dipendenti, clienti, fornitori, comunità locali e investitori e sviluppare modalità di contatto con essi.
  3. Raccolta dei dati: questa rappresenta la fase più importante dell’intero processo e consiste nella raccolta dei dati necessari per misurare l'impatto sociale dell’organizzazione. Questi dati possono provenire da diverse fonti interne ed esterne, come report finanziari, indagini interne e feedback degli stakeholder.
  4. Analisi delle informazioni: una volta raccolti i dati, questi devono essere analizzati ed interpretati per identificare le principali aree di impatto e le performance aziendali in termini di sostenibilità sociale.
  5. Redazione del documento: il bilancio deve essere redatto in modo chiaro, trasparente e deve essere reso accessibile a tutti gli stakeholder. È importante seguire standard riconosciuti, come le linee guida per la redazione del Bilancio Sociale oppure i GRI (Global Reporting Initiative).
  6. Validazione: prima di essere pubblicato, il bilancio dovrebbe essere sottoposto ad un processo di validazione interna ed esterna. Questo include revisioni da parte del Consiglio di Amministrazione e audit da parte di società esterne.
  7. Pubblicazione: il Bilancio Sociale deve essere depositato presso il Registro delle imprese e solitamente viene poi pubblicato anche sul sito web dell’organizzazione e sui canali di comunicazione solitamente utilizzati.

Bilancio sociale vs Bilancio di sostenibilità

Anche se il Bilancio Sociale e il Bilancio di Sostenibilità hanno scopi simili, ci sono alcune differenze sostanziali.

Il Bilancio Sociale è più focalizzato sugli impatti sociali ed etici delle attività aziendali, mentre il Bilancio di Sostenibilità tende a coprire tutti e tre i pilastri della sostenibilità come da acronimo ESG (Environmental, Social e Governance).

In termini pratici il Bilancio di Sostenibilità è più completo e dettagliato, risultando particolarmente adatto alle imprese che vogliono rendicontare la sostenibilità aziendale. Al contrario, il Bilancio Sociale è lo strumento che gli enti del Terzo Settore possono utilizzare per comunicare in modo efficace l’impatto delle proprie azioni e il conseguimento dei propri obiettivi.


Oltre il bilancio sociale: altri strumenti per la rendicontazione di sostenibilità

Esistono molti strumenti per rendicontare le performance di sostenibilità oltre al Bilancio Sociale, che, come abbiamo descritto, è utile solo per un limitato numero di organizzazioni.

Per micro imprese, PMI e grandi imprese esistono altri strumenti di rendicontazione oltre al Bilancio di Sostenibilità, come:

  • Misurazione della Carbon Footprint: la Carbon Footprint è la misurazione dell’impronta ambientale di un’organizzazione in termini di emissioni di gas effetto serra ghg.
  • SRG 88088: la certificazione SRG 88088 è l’unica certificazione Accredia che misura i processi aziendali e le performance di sostenibilità secondo i pilastri ESG.

Bilancio sociale: conclusioni

In conclusione, il Bilancio Sociale è un elemento essenziale per gli enti del Terzo Settore che vogliono comunicare trasparenza e responsabilità ai propri stakeholder.

La sua redazione non solo contribuisce alla reputazione, ma rappresenta anche un’opportunità per migliorare la gestione interna e adottare pratiche più sostenibili.

Massimo Zanardini

Massimo Zanardini

Polo Innovativo, Collaboratore e Sustainability Specialist

Dopo più di 10 anni di consulenza in ingegneria gestionale, sviluppando una lunga esperienza in progetti di trasferimento ad aziende nei settori dei sistemi IT, roadmap industria 4.0, applicazioni di tecnologie di stampa 3D, gestione delle scorte, pianificazione della produzione e digitalizzazione dei processi, mi occupo attualmente di supportare le imprese nella pianificazione dei propri investimenti e creazione di piani di Sostenibilità Aziendale finanziati.


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