Il sistema EU ETS (Emission Trading System) è uno strumento fondamentale sviluppato dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera e combattere i cambiamenti climatici.
Si tratta di una soluzione che ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni industriali, in particolare nei settori ad alto impatto, e promuovere una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
In questa guida descriveremo il sistema EU ETS (Emission Trading System), descrivendo come funziona, i suoi obiettivi e quali aziende devono utilizzarlo per gestire le proprie emissioni climalteranti.
Cos’è l’EU ETS?
I cambiamenti climatici sono una delle principali sfide del giorno d’oggi e l’Unione Europea è in prima linea per la lotta contro questo fenomeno causato in primis dalle emissioni di gas effetto serra.
Tra le soluzioni sviluppate dall’UE, una delle più significative è denominata Emission Trading System (EU ETS). Il sistema di “scambio delle quote di GHG”, conosciuti anche come Carbon Credit, nasce diversi anni fa ed è stato sviluppato a partire dal 2003, con l’approvazione della Direttiva 2003/87/CE (Direttiva EU ETS).
L’UE ETS è una misura che interessa circa il 40% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione Europea, coinvolgendo organizzazioni appartenenti ai settori dell’energia, dell’industria pesante (acciaierie, cementifici, raffinerie) e, più recentemente, anche l’aviazione.
L’obiettivo è limitare le emissioni prodotte da oltre 10.000 impianti, ottenendo una riduzione delle emissioni climalteranti del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 2005. Questi obiettivi si allineano con gli obiettivi del Green Deal, del pacchetto Fit for 55 e del piano Net Zero.
Sono coinvolti tutti i paesi dell’UE, più il Lichtenstein, l’Islanda e la Norvegia, oltre alle centrali elettriche dell’Irlanda del Nord.
Alle aziende soggette agli obblighi dell’Emission Trading System viene applicato un tetto massimo di emissioni e viene assegnato un determinato numero di quote di emissioni intese come tonnellate equivalente di CO2 generabili, le quali dovranno essere gestite e scambiate seguendo i protocolli definiti dall’UE.
Come funzione il sistema EU ETS
Il sistema EU ETS funziona attraverso un meccanismo “cap and trade”, con cui viene fissato un limite massimo (cap) sulle emissioni di gas serra per i settori coinvolti. Le aziende devono possedere un permesso, detto quota di emissione, per ogni tonnellata equivalente di CO2 che emettono.
Ogni quota corrisponde proprio ad una tonnellata di CO2 equivalente e le imprese possono acquistarle e venderle all’interno di un apposito mercato.
Queste quote vengono in parte assegnate gratuitamente e in parte vendute all’asta, ma se un’azienda emette più di quanto consentito dalle quote in suo possesso, dovrà acquistare ulteriori permessi sul mercato. Questo processo crea quindi un incentivo economico a ridurre le emissioni, poiché meno si emette e meno permessi dovranno essere acquistati. Il flusso economico-finanziario generato dallo scambio e acquisto di quote all’interno del mercato viene impiegato per lo sviluppo di progetti di decarbonizzazione e compensazione all’interno dei confini dell’UE.
Sia nel caso di assegnazione gratuita che in quello delle aste pubbliche, il numero di quote assegnate alle imprese viene stabilito secondo dei benchmark aggiornati a livello europeo. Va inoltre ricordato che il quantitativo complessivo di quote disponibili diminuisce nel tempo (si riduce il cap per ogni settore), favorendo in questo modo la riduzione delle emissioni di gas serra nei settori interessati.
Dopo l’assegnazione delle quote alle aziende, possono presentarsi due possibilità:
- Le emissioni prodotte sono maggiori rispetto al numero di quote dell’azienda: in questo caso l’azienda dovrà acquistare altre quote all’asta o da altre imprese per compensare le emissioni in eccesso.
- Le emissioni prodotte sono inferiori rispetto al numero di quote dell’azienda: le imprese che hanno prodotto meno emissioni possono vendere le quote in eccesso ad altre imprese.
Obiettivi e benefici dell’EU ETS
L’EU ETS ha come obiettivo principale quello di ridurre le emissioni di gas serra in modo graduale ed efficiente, ottenendo risultati concreti ma senza causare eccessive problematiche alle imprese e ai settori interessati. I principali benefici di questo sistema sono:
- Riduzione delle emissioni: con un tetto massimo che si abbassa progressivamente, l’EU ETS garantisce che le emissioni totali diminuiscano nel tempo. L’obiettivo è quello di ridurre del 40% le emissioni entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005.
- Incentivo alla transizione verde: l’EU ETS rende più conveniente per le imprese investire in tecnologie pulite e ridurre l’utilizzo di combustibili fossili. Settori come l’energia rinnovabile, e l’efficienza energetica traggono particolare beneficio da questa politica, poiché le imprese possono minimizzare i costi attraverso lo sviluppo di pratiche più sostenibili.
- Stimolo all’innovazione: la pressione per ridurre le emissioni porta molte imprese a innovare e sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate per ridurre il loro impatto. L’Unione Europea supporta queste innovazioni anche attraverso fondi specifici, come il Fondo per l’Innovazione, che finanzia progetti su larga scala nei settori delle energie rinnovabili.
EU ETS: quali sono gli obblighi per le imprese
Le imprese assoggettate al sistema ETS hanno l’obbligo di monitorare e rendicontare le emissioni di CO2 equivalente prodotta dalle proprie attività, ovvero l'impronta carbonica, entro il 31 marzo di ogni anno (per quanto riguarda le emissioni dell’anno precedente).
È poi previsto che i gestori degli impianti stazionari debbano comunicare, sempre entro il 31 marzo, le proprie emissioni di gas serra secondo il Regolamento 2018/2066. Il regolamento si applica alle emissioni legate ad attività delle installazioni fisse e del trasporto aereo.
In funzione della rilevazione e misurazione, le imprese dovranno obbligatoriamente restituire un numero di quote pari alle proprie emissioni di CO2 equivalente entro il 30 aprile, sempre in riferimento all’anno precedente.
Le aziende devono e comunicare al ministero un piano di monitoraggio e devono contabilizzare le proprie emissioni di gas serra secondo la normativa ISO 14064. Questa norma è il riferimento per la misurazione della carbon footprint aziendale.
Tutte le dichiarazioni in merito al sistema EU ETS dovranno essere validate da un organo competente, il quale potrà valutare la veridicità della misurazione della carbon footprint e tutte le azioni messe in atto per la riduzione dell’impatto ambientale.
EU ETS: il pilastro per le politiche climatiche europee
L’EU ETS è uno dei pilastri delle politiche climatiche europee, dimostrando come un meccanismo di mercato possa essere utilizzato per affrontare problemi ambientali globali. Grazie a questo sistema, l’UE vuole ridurre le emissioni inquinanti, stimolando al contempo le innovazioni del settore e la decarbonizzazione.
Chiaramente, sono presenti ancora parecchie sfide da affrontare per raggiungere gli obiettivi prefissati e per raggiungere risultati positivi nel lungo termine. Attraverso un perfezionamento continuo e una maggiore integrazione con le politiche globali sul clima, l'EU ETS potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile ed efficace per combattere i cambiamenti climatici a livello mondiale, promuovendo un futuro a basse emissioni di carbonio e sostenibile per le generazioni future.
Tale misura, fortemente impattante sull’operatività di molte imprese, introduce un potenziale rischio di riduzione della competitività delle aziende europee rispetto a quelle al di fuori dei confini continentali.
Le organizzazioni non soggette a questa misura, potrebbero infatti beneficiare dall’assenza di vincoli stringenti in merito alle proprie emissioni di GHG, proponendo prodotti ad un prezzo inferiore rispetto a quelli proposti dalle aziende EU.
Per cercare di reintrodurre un equilibrio all’interno del mercato, a maggio 2023 l’UE ha introdotto il meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) che consente di applicare un prezzo aggiuntivo (dazio) per le emissioni associate ad alcuni prodotti importati dai paesi extra-UE.
Questo ulteriore meccanismo, che agisce in sinergia con il mercato ETS, dovrebbe secondo l’UE mitigare questo potenziale effetto negativo per le imprese europee, contrastando il fenomeno di “carbon leakage”, ovvero il rischio che le attività manifatturiere possano essere trasferite fuori dall’UE per bypassare i vincoli del mercato ETS e/o che le importazioni di prodotti ad alta impronta carbonica finiscano per sostituire la produzione interna, limitando l’efficacia delle politiche ambientali continentali.